1923-1925
DALLA F.LLI MAIMERI
ALLA F.LLI MAIMERI S.A.
Nel 1923 vide la luce una delle prime fabbriche italiane di colori e vernici per Belle Arti: la Fratelli Maimeri. La sua fondazione derivò dall’'incontro degli interessi artistici e tecnici del pittore Gianni Maimeri (1884 –1951) e le conoscenze chimiche del fratello Carlo (1886 – 1957). Il progetto per una fabbrica di colori e i primi accordi avvennero contestualmente alla scelta del sito e alle prime produzioni sperimentali, che si effettuarono nello storico stabilimento ex Mulino Blondel, alla Barona, nella periferia di Milano. In seguito iI 27 gennaio 1925 venne costituita la F.lli Maimeri S.A. insieme a Giovanni Ticozzi e al barone Silvio a Prato.
1923-1925
Quando i due fratelli Maimeri, Gianni e Carlo, fondarono l’omonima azienda, nel 1923, il panorama in Italia della produzione di colori per Belle Arti era assai limitato e prevalentemente espresso da piccole produzioni di natura quasi artigianale, spesso legate a colorifici storici. Già dalla fine dell’Ottocento si erano tentate diverse produzioni industriali, come quelle della ditta di Alfredo Piola (1898), F.lli Bassolini (assorbito nel 1905 dal Colorificio Italiano), Il Colorificio Italiano (1895, poi MaxMeyer) e Ferrario (1919), tuttavia penalizzate dagli eventi economici connessi alla Prima Guerra Mondiale. Notevolmente consistente, da parte di rivenditori e artisti, era il debito verso l’importazione dall’estero, dove industrie, già strutturate da decenni, erano in grado di offrire una vasta gamma di prodotti principalmente legati all’ambito della pittura. Questa situazione era ben nota ai fratelli Maimeri che, nel dattiloscritto in cui ufficializzavano i loro primi intenti (Progetto di una fabbrica di colori macinati all’olio per uso artistico, settembre 1923) già asserivano: «Desta meraviglia che il paese che si può dire la culla dell’arte della pittura, sia tutt’ora tributario dell’estero per ciò che riguarda il rifornimento delle materie che usa. […]. I Fratelli Gianni e Dott. Carlo Maimeri, che si trovano nella favorevolissima condizione di poter studiare il problema dalle due facce, tecnica e scientifica […], credono di poter colmare col presente progetto questa lacuna». Nello stesso documento, i due fratelli, informano che l’industria, per ottenere un prodotto pronto all’uso e alle esigenze del mercato moderno, spesso si avvaleva di cere, balsami e olii essenziali di diverso tipo, mentre essi erano convinti che la migliore formula dovesse «mantenere la coesione tra pigmento e olio eliminando tutte quelle sostanze nocive, con la sola tecnica dell’impasto e con l‘ausilio delle proprietà dei colloidi». Il proponimento dei due fratelli consisteva nel dare ai colori un impasto omogeneo, stabile, plastico e di consistenza variabile, con la sola miscela di oli siccativi e pigmenti minerali. La formula "olio più pigmento e basta" è alla base di tutta la ricerca dei due Maimeri che, a partire dal 1924, immetteranno sul mercato degli oli oltre 20 tonalità di colori inalterabili alla luce, al trascorrere del tempo e perfettamente mescolabili tra loro. Lo stesso anno la F.lli Maimeri ottenne presso l'Exhibition of Modern Art Industries la medaglia d'oro e il titolo Grand Prize per la qualità dei suoi prodotti. Successivamente, presso la Prima Fiera Campionaria Internazionale di Roma (1925), le furono consegnate la medaglia d'oro e la Gran Targa d'onore.
1925-1929
DALLA F.LLI MAIMERI S.A.
alla F.lli MAIMERI & C.
La produzione, grazie a un fine utilizzo delle nascenti strategie pubblicitarie, diverrà presto stabile e regolare. La prima serie di colori a olio, la SERIE A, fu immessa sul mercato. Sull’etichetta vi compariva già il tetraedro, il marchio di fabbrica, rimasto quasi inalterato fino ad oggi, ideato e disegnato dallo stesso Gianni. L'improvvisa crescita dell’'azienda e la crisi del ’29, porranno alcuni problemi finanziari ai due fratelli che però, liquidata la precedente società, continueranno la produzione con il marchio F.lli Maimeri & C. (1929), insieme al nuovo socio Sante Faccini che rimase fino al 1947.
1925-1929
Gianni Maimeri come imprenditore, era convinto che non fosse l’industria ad aiutare l’arte, bensì l’'arte a salvare l'’industria, e questo lo si è potuto riscontrare fin dalle fasi iniziali della sua azienda, come la ricercata scelta del marchio di fabbrica: il pittore adoperò la figura geometrica del tetraedro perché «comunque lo si giri, ha sempre la stessa forma, inoltre, delle tre facce incise almeno due sono sempre visibili, così è sempre possibile leggere Colori Stabili o Colori Maimeri o Stabili Maimeri». Un altro evento collegabile al pensiero del Maimeri risale alla fine degli anni Venti, quando i due fratelli contrassero un grosso debito con il barone Silvio a Prato che, una volta avviata la nuova F.lli Maimeri & C., ne chiese l’immediata estinzione. Gianni trattò a lungo con il barone e finì col convincerlo ad accettare, in luogo delle cambiali, quaranta tra i migliori quadri da lui realizzati. La sensibilità per l'arte e l’'osservazione attenta della realtà diedero ai fondatori anche una certa predisposizione ad avvalersi con sottigliezza delle prime forme pubblicitarie: spedirono locandine informative e campioni dei loro prodotti a pittori, professori di accademie e personaggi legati al mondo dell’arte, politicamente e culturalmente influenti come Cipriano Efisio Oppo e Margherita Sarfatti. Iniziarono a stabilire anche i primi accordi con i rivenditori, come attestano listini prezzo “personalizzati”, conservati nell’Archivio storico, un primo “database” di pittori e rivenditori. Una volta avviato il mercato lombardo i soci decisero si spingersi anche verso altri centri urbani, in particolare quelli artisticamente più rinomati come Venezia, Firenze, Napoli, Torino ecc. S'iniziò così lo studio della situazione artistico commerciale di tutta la nazione, con figure di provata capacità, che si recavano da rivenditori e persone artisticamente influenti portando con sé locandine, prezziari e campioni di colori. Sul retro del listino del 1931 si legge che: «Le norme per la miscelazione dei Colori, e l’uso delle Vernici, s’inviano gratuitamente. Richiederle con semplice biglietto da visita». Le risposte da ogni parte del paese non tardarono a giungere, come attesta la corrispondenza conservata in archivio: dalla Liguria Pompeo Mariani, da Napoli Vincenzo Irolli, da Firenze Carlo Coppedè, dalla Lombardia Leonardo Bazzaro e Arturo Tosi e da Roma Antonio Mancini. Altre lettere di apprezzamento riguardavano i pigmenti di produzione propria. Nei primi anni infatti la F.lli Maimeri fabbricava anche pigmenti di pregio come il verde smeraldo, gli azzurri e i violetti di cobalto, i gialli di cadmio, i verdi ottenuti dal cobalto e dal cromo. Ricorda Leone Maimeri (1926), il figlio di Gianni, nello scritto inedito Mio padre, che Piero, il caporeparto delle raffinatrici, gli raccontò che, «dopo la morte di mio padre, pigmenti cosi belli come quelli da noi fabbricati non se ne trovavano più».
1929-1937
DALLA CRISI DEL '29
ALLA II GUERRA MONDIALE
In breve, in una decina d’anni la F.lli Maimeri giungerà a produrre e distribuire nell’intera nazione sette differenti serie di colori a olio, a tempera e ad acquerello, oltre a pigmenti in polvere per artisti, una serie di circa venticinque prodotti ausiliari (vernici, olii, essenze, medi e diluenti), cassette con colori e tavolozza e numerosi altri accessori. Subito dopo gli anni della grande crisi, complice anche il regime protezionista, l'industria chimica italiana fu favorita e, così, anche la nuova società Maimeri. Nel 1936 la ditta dovette lasciare l'ormai insufficiente Mulino Blondel per stabilirsi in via Ettore Ponti, lungo la roggia Carlesca.
1929-1937
Prima della Seconda Guerra Mondiale, come attesta un vecchio listino del 1937, la produzione Maimeri poteva contare su diverse serie di prodotti, che così erano presentate nei cataloghi dell’epoca: "SERIE A-COLORI STABILI PER BELLE ARTI, la prima e la più pregiata, costituita da pigmenti assolutamente stabili (circa 40 tinte), la lavorazione avviene con il procedimento brevettato di macinazione colloidale che rende l’impasto classificabile come extra fine. SERIE B: complementare alla serie precedente e di medesima lavorazione. Comprende i pigmenti che non possono essere considerati assolutamente stabili" (nel 1928 le due serie sono presentate insieme e nel 1937 definitivamente unificate, proponendo così circa 90 colori). "SERIE C- COLORI FINISSIMI PER STUDIO, colori a olio economici che offrono massime garanzie di inalterabilità per studenti e dilettanti. La gamma, di oltre 85 tinte, è prodotta in un unico formato. SERIE D: COLORI AD OLIO FINI PER DECORAZIONE ARTISTICA, 77 tinte destinata ai i grandi lavori decorativi. SERIE F: colori fini a olio a prezzi unificati". Verso la metà degli anni Trenta, per venire incontro a pressanti richieste di artisti e commercianti, iniziano le produzioni di colori destinati a tecniche all’acqua: SERIE T: COLORI A TEMPERA, prodotti in 35 tinte a prezzo unificato e due formati. SERIE L: COLORI ALL’ACQUERELLO, in due formati di 39 tinte. SERIE E: dedicata ai prodotti ausiliari (vernici, oli, essenze, medii e diluenti), comprendeva una decina di vernici (comprese ambra e copale) di cui tre nella speciale formulazione del Dr. Carlo Maimeri, tre oli siccativi (lino, papavero e noci), quattro essenze (lavanda, spigo, trementina e petrolio), fissativi e altri prodotti analoghi. Vi erano infine i COLORI SPECIALI PER BUON FRESCO E TEMPERA, pigmenti in polvere divisi per compatibilità alla calce e per circa un totale di 70 colori complessivi distribuiti in differenti formati. Già dalla metà degli anni Venti si erano poi sviluppate produzioni di accessori e strumenti quali tavolozze, righe per decoratori, reggi polsi, cassette, cassette portastudi, cavalletti da campagna, assicelle e cartoni telati per pittura, lava pennelli e scodellini per tavolozze, spatole tendi tela e alcuni attrezzi per plastica come mazzole, stecche in bosso e in metallo per modellatori.
1945-1951
DALLA II GUERRA MONDIALE ALLA MORTE
DI GIANNI MAIMERI
Allo scoppio della guerra l'attività della fabbrica "(ora una società in accomandita semplice: Fratelli Maimeri & Co)" non si arrestò, anzi, la mancanza di forti concorrenti le permise addirittura di migliorare le vendite. La produzione inoltre non subiva arresti in caso di carenze energetiche, in quanto poteva avvalersi dell’energia prodotta dalla ruota del proprio mulino. Un altro (l'ultimo) impegno industriale di Gianni Maimeri fu la formulazione della TEMPERA GRASSA MAIMERI, una ricostruzione della tempera all'uovo degli Antichi Maestri, realizzata però con ingredienti sintetici.
1945-1951
Sino al 31 marzo del 1945, giorno dell'ultimo bombardamento su Milano, la Maimeri continuò le sue attività. Quel giorno una bomba colpì lo spigolo del laboratorio, distruggendolo completamente. Non vi furono vittime, ma la ditta dovette interrompere le attività per qualche tempo. Racconta Leone Maimeri che proprio quel giorno si trovava non lontano dall’azienda e che, sentita l'esplosione, improvvisamente vide cadere dal cielo, come tanti coriandoli, delle carte colorate: erano le etichette dei colori Maimeri! I danni per la società furono immensi ma, allo stesso tempo, la domanda di prodotti per Belle Arti in seguito alla conclusione del conflitto, continuava a salire. Le pratiche per il finanziamento statale erano molto lunghe e Gianni decise di ricostruire a proprie spese stabile e macchinari. Nel 1947 entrò in azienda il giovane figlio del pittore-imprenditore, Leone (1926), allora studente presso la facoltà di chimica a Milano. In quegli anni l'azienda dava lavoro a ben 15 dipendenti. Aumentarono le produzioni per numero e tipologia. La grande novità del periodo fu data dalla nascita della nuova linea di acquerelli chiamata LM, in onore di Leone Maimeri. Questa serie, con l'aggiunta di plastificanti come il miele e l’uso di pigmenti extrafini, era stata formulata per soddisfare le richieste più esigenti. In questo periodo Gianni e Leone lavoravano anche alla formulazione di una tempera “grassa”, una versione moderna della tempera all'uovo del Rinascimento. Il risultato fu una nuova serie di colori: la SERIE G-TEMPERA GRASSA etichetta argento. Questo prodotto, in bilico tra innovazione e tradizione, riscuoterà ottimo successo tra i temperisti dell’'epoca. Come cita un opuscolo informativo dedicato ai rivenditori: "La TEMPERA GRASSA MAIMERI è solubile all’'acqua e comporta l’'aggiunta di questo liquido da qualche goccia a una diluizione massima come l’'acquerello […]. Il potere dispersivo della tempera è enorme. Per convincersene basta toccare una superficie inzuppata con una punta di colore provocando una fulminea “inadrazione” del colore. Questa proprietà è preziosa per ottenere delle sfumature uniformi e suggestive (per un effetto simile a quello del pastello). Ma il colore può essere efficacemente usato sia a mezza pasta che a discretamente grasse pennellate con poca acqua. L’acqua comunque è sempre un ausiliario necessario per ottenere le superfici compite e nette caratteristiche della tempera. Ottimi risultati si ottengono con le soluzioni di ragia sia vegetale che minerale. Il disperdimento è evidentemente minore e la pittura così fatta si avvicina alla pittura ad olio pur mantenendo le caratteristiche della tempera". L'’interesse per le tecniche artistiche avevano portato Gianni Maimeri all’'approfondimento anche dell'aspetto "materiale" dell'arte e il suo Trattato sulla pittura (scritto prevalentemente nei primi anni Trenta e rimaneggiato nel 1946-1947) dimostra quanto fosse esperto in merito ai problemi tecnici e scientifici della pittura. (S. Baroni, a cura di, Gianni Maimeri. Trattato della pittura, Torino 2010).
1952-1980
l'entrata in campo di leone maimeri
La morte del fondatore comportò un altro cambiamento nella compagine societaria dell’azienda. Al giovane Leone fu affiancato Mario Agostoni, valido chimico e prezioso aiuto. Nel corso degli anni ’50 Leone Maimeri riuscirà a estendere la produzione industriale al settore della grafica e della pubblicità, della decorazione e dell’hobbistica, in forte crescita anche in Italia. Nascono così, tra gli anni ‘60 e ’70, nuove linee per specifiche tecniche artistiche, tra cui i nuovi colori in emulsioni acquose di resine sintetiche, ovvero i colori acrilici. La crescita della domanda e i nuovi ritmi produttivi imposero la ricerca di nuovi spazi. Su un terreno, in località Bettolino nel comune di Mediglia, sorse, nel 1969, il nuovo stabilimento.
1952-1980
A partire dagli anni ’60, tra i nuovi prodotti Maimeri spiccano i colori per ceramica sopra smalto e a freddo, le serie dei colori per stoffa, i colori metallici, i colori per vetro, gli smalti RAINBOW per modellismo, una serie d’inchiostri per calcografia, i colori a tempera fluorescente, i pastelli e, destinati negli anni a una continua e inarrestabile espansione, i nuovi colori in emulsioni acquose di resine sintetiche: gli acrilici. Le iniziali sperimentazioni e produzioni di questo nuovo tipo di pittura, condussero a una delle prime commercializzazioni italiane in questo ambito, che utilizzava emulsioni a base di acetato di vinile e versato di vinile di produzione nazionale (VERSIL - COLORI EXTRAFINI PER ARTISTI, gennaio 1971). Nel tempo a questa prima serie in continua crescita si affiancarono le TEMPERE ACRILICHE POLYCOLOR (1975/1976), inizialmente prodotte solo in una ventina di tinte, ma destinate presto a enorme successo e incremento. Erano infatti molto indicate, per la loro stabilità alla luce, alla realizzazione di lavori all’'esterno e per il loro costo erano particolarmente apprezzate da chi doveva impiegare molto colore nella realizzazione di murales, scenografie, e cartelloni in genere. Leone all’'allargamento di orizzonti fu anche in grado di far corrispondere ricerche e produzioni per mercati allora considerati esigui e di nicchia, ma destinati però in breve tempo, almeno in Italia, a una crescita esponenziale. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale Gianni Maimeri aveva avviato, forte anche della collaborazione con alcuni dei più noti restauratori italiani, la produzione limitata di una serie di colori per il restauro (1948). Si trattava di pigmenti selezionati, di grande purezza e stabilità, macinati in resina mastice di qualità superiore. Leone seppe poi trasformare l’esperienza di queste prime forniture, limitate e quasi artigianali, nella SERIE R: COLORI A VERNICE PER RESTAURO, che attualmente resta l'unica e più affermata produzione industriale internazionale, utilizzata dai conservatori di tutto il mondo. Negli anni ‘70 Leone, attento alle problematiche ecologiche e alla ricerca di miglioramenti che potessero consolidare l’immagine dell’azienda, decise d'’installare, dopo un primo insufficiente tentativo, quello che allora era un avveniristico impianto di depurazione delle acque di lavaggio.
1980-1989
la produzione degli anni '80
Gli anni ’80 videro l’'ingresso in azienda (dal 1980 una s.r.l.) del giovane Amatore Marchesi (era per maggior precisione il 1979), destinato a divenire il formulatore coinvolto in molti successi tecnici e attualmente responsabile del laboratorio e della produzione. Contemporaneamente il marchio originale apparve inadeguato al gusto dell'epoca e Leone, avvalendosi del grafico d’avanguardia Pagliani, decise di affrontare il delicato restyling. Le indicazioni però furono ferree, doveva sopravvivere il concetto del tetraedro concepito dal fondatore.
1980-1989
Nella seconda metà degli anni ’80, dopo anni di studio e di ricerche, si formularono i così detti acrilici di seconda generazione, a base di resine acriliche e addensanti acrilici associativi. Questi prodotti venivano incontro alle nuove esigenze del mercato che, a cominciare dagli Stati Uniti (dove già la Liquitex aveva iniziato a distribuirli), richiedeva un prodotto che avesse la capacità di essere applicato anche a spessore. La nuova serie prese il nome di BRERA ACRYLIC - COLORI ACRILICI EXTRAFINI PER ARTISTI ed era costituita inizialmente da una gamma di 47 tinte. Le nuove di emulsioni acriliche, molto più fini rispetto a quelle viniliche davano migliori performance, anche se erano molto più sensibili e meno stabili. Dagli anni ’90 entreranno nella tavolozza di questa serie i colori iridescenti (Luster) e perlescenti (Perla) per venire incontro alle esigenze creative del momento. Per quanto riguarda gli oli, la grande novità di questi anni fu l’utilizzo del tubetto big size (150 ml) per il colori a olio (BRERA OIL) inizialmente distribuiti con molto successo presso il solo mercato americano e poi anche in Europa. Un’altra serie, il COLORIN, costituita da coloranti idrosolubili diluibili in acqua, vide aumentare la sua gamma. Gli studi e le ricerche compiute, in particolare cromatiche, furono una risposta all’alto gradimento ottenuto, pur trattandosi di un prodotto di nicchia. Erano in particolare utilizzati dai grafici per la realizzazione, di bozzetti pubblicitari e diverse tipologie di campionari, in primo luogo quelli destinati alle fabbriche tessili che, negli anni d’oro della moda e del design, procedevano a gonfie vele.
1990-1999
La F.lli Maimeri & C. s.r.l. e l'ingresso di Gianni Maimeri jr
Dal 1984 la F.lli Maimeri divenne una società a responsabilità limitata e negli anni ’90 progressivamente s’inserì, a fianco di Leone, allora Amministratore unico, Gianni Maimeri jr., nipote dell’omonimo fondatore e attuale Amministratore delegato. In questi anni Gianni Maimeri jr. si impegnò all'ampliamento e diffusione del marchio Maimeri nel mondo, in una sfida ambiziosa che trovava ragione nella consapevolezza di fattori vincenti quali: la qualità del prodotto, l’'esperienza aziendale, il made in Italy, la tradizione familiare e la storia dell’azienda. Gianni inoltre promosse, dal 1996, la nascita della Fondazione Maimeri, destinata a diffondere la figura del fondatore, studi di ambito scientifico sulla storia del colore e sull’azienda, nonché l'attività di giovani artisti e la promozione culturale in genere.
1990-1999
La Maimeri crebbe, grazie a Leone e Gianni, dal 10% al 20% ogni anno. Padre e figlio erano molto attenti alle difficoltà create da questo importante incremento. La situazione doveva essere gestita con impegno e concentrazione. Serviva urgentemente un magazzino più ampio per soddisfare le richieste del clienti: nel settembre 1992 s’inaugurò quindi l’ampliamento dello stabile. L’area occupata dalla struttura e dai servizi raggiunse la superficie di 16.000 mq, il solo magazzino, costruito in un edificio apposito, aveva un volume di 14.000 mt cubi ed era gestito da un sistema informatico d’avanguardia che consente la razionalizzazione del tempo e le operazioni di magazzinaggio e spedizione. Un anno dopo, il successo impose una trasformazione della società in una S.p.a. Sviluppando alcune intuizioni di Gianni Maimeri jr. si approntò un restyling di alcune linee acriliche con grande successo commerciale e di impatto sul largo pubblico. Si promossero anche delle agili serie caratterizzate di colori a olio: TERRE GREZZE, RINASCIMENTO e MEDITERRANEO, cui seguirà la SERIE HD, tesa a intercettare le nuove sensibilità e percezioni cromatiche della generazione digitale.
2000-OGGI
industria maimeri spa
Il 31 marzo 2014 Maimeri Spa si unisce a FILA Fabbrica Italiana Lapis ed Affini per dare vita a un progetto comune per lo sviluppo di un gruppo leader nel settore della creatività artistica con un'offerta che soddisfa le esigenze a partire dai bambini fino al livello professionale. Sorge Industria Maimeri SpA con l'intento di perseguire quei valori che hanno determinato il successo e il prestigio del brand Maimeri nel mondo, in linea con la storica vocazione e la specificità nel settore delle Belle Arti. Essere partner di un player internazionale di successo come FILA è una straordinaria opportunità di crescita per la società e per lo sviluppo del marchio Maimeri nei principali mercati mondiali.

Ancora una volta il marchio e l'azienda Maimeri, scegliendo
i partner più affidabili, nel segno della continuità di più generazioni,
si apprestano ad affrontare le sfide di allargati orizzonti, nella convinzione che creatività ed espressione artistica siano un'insopprimibile esigenza dell'uomo,
in cui, nel segno del colore, si può e si deve porre
la massima fiducia per il futuro.

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Resistenza alla luce

Massimo grado di resistenza alla luce

Simboli GHS (Globalisation Harmonisation System)

Pericoloso per l'ambiente

Gravi effetti per la salute

Effetti più lievi per la salute

Infiammabile

Esplosivo

Gas sotto pressione

Ossidante

Tossico acuto

Corrosivo

Prima applicazione: 100% colore Maimeri Puro: la concentrazione delle tinte Maimeri Puro è molto elevata, alcuni colori quindi appaiono molto scuri in massa.

Seconda applicazione: 50% colore Maimeri Puro + 50% Medio incolore cioè pasta neutra, senza pigmento. Questo medio è utile a deconcentrare le tinte, aumentarne la resa ed evidenziare l'intensità del colore deconcentrato.

Terza applicazione: 10% colore Maimeri Puro + 90% Medio per velature in maniera da evidenziare la brillantezza della tinta e le differenze sul grado di coprenza di ogni colore.

Quarta applicazione: 50% colore Maimeri Puro + 50% Bianco di titanio in maniera da evidenziare il sottotono della tinta e mettere in evidenza la concentrazione.